Il provvedimento inerente il rimpatrio dei capitali è stato approvato dalla Camera lo scorso 16 ottobre ed è stato assegnato a due distinte commissioni del Senato: Finanze e Giustizia.
L’eventuale adesione alla procedura di “voluntary disclosure” permetterebbe al contribuente di sanare la propria posizione in campo penale (reati di autoriciclaggio e riciclaggio) e al tempo stesso di regolarizzare i capitali detenuti all’estero detenuti in violazione della legge sul monitoraggio fiscale.
L'onere documentale richiesto per aderire alla procedura sarà notevole (produzione degli estratti conto della Banca estera, ricostruzione di prelevamenti e versamenti effettuati negli anni, determinazione della tipologia di reddito o capitale non dichiarato) e non di facile predisposizione (motivo per cui sarà fondamentale per il contribuente affidarsi a professionisti del settore e in relazione con gli istituti finanziari di riferimento).
Il costo dell'adesione dipenderà dagli ammontari sottratti (con possibilità di forfetizzazione degli imponibili inferiori ai 2 milioni di Euro), dal tipo di violazione commessa e il periodo di accertamento e le sanzioni applicabili dipenderanno dallo Stato in cui è detenuta l’attività non dichiarata (White o Black List) e dall’atteggiamento collaborativo tenuto (stipula con l’Italia di accordi che consentano lo scambio effettivo di informazioni e autorizzazione rilasciata dall’intermediario finanziario estero a trasmettere i dati delle attività estere al Fisco italiano).
Alla luce di quanto esposto, l’adesione alla procedura potrebbe comportare ingenti costi di regolarizzazione, nonché un’indagine invasiva da parte del Fisco italiano sulla posizione complessiva del contribuente. Considerato però l’imminente scambio automatico di informazioni tra Autorità fiscali dei diversi Stati (accolto anche dalla Svizzera) e l’introduzione del reato di autoriciclaggio, attualmente questo tipo di “sanatoria” costituisce ormai l’ultima e importante chance per la regolarizzazione dei contribuenti con attività finanziarie all’estero e che il contribuente italiano dovrebbe considerare con molta attenzione.
Il nostro Studio legale, specializzato nel contenzioso tributario italiano e internazionale, vanta collaborazioni con i principali istituti finanziari della Confederazione elvetica ed è in grado di offrire il supporto necessario per aderire alla procedura della Voluntary Disclosure: garantendo un’ ottimizzazione dei tempi nell’intermediazione con gli istituti bancari (recupero della documentazione di posizioni risalenti nel tempo) nell’ analisi e ricostruzione dei movimenti e delle operazioni effettuati, nonché nella definizione del possibile impatto fiscale.