Dopo tre anni di trattative, Italia e Svizzera hanno definito i termini dell’accordo fiscale che stabilisce le modalità del futuro scambio di informazioni tra i due Stati e quelli dell’adesione alla procedura di Voluntary Disclosure, considerata come ultima “chance” per permettere al contribuente di sanare la propria posizione in campo penale (reati di autoriciclaggio e riciclaggio) e al tempo stesso di regolarizzare, dal punto di vista fiscale, i capitali detenuti all’estero e non dichiarati.
L’adesione alla procedura di Voluntary Disclosure è fortemente promossa dagli Istituti Finanziari elvetici, in considerazione del fatto che secondo il protocollo dell’Accordo siglato sarà permessa l’eventuale retroattività degli accertamenti del Fisco su eventi e circostanze antecedenti fino alla firma dell’Accordo (plausibile per metà febbraio).
L'onere documentale richiesto per aderire alla procedura sarà notevole (produzione degli estratti conto della Banca estera, ricostruzione di prelevamenti e versamenti effettuati negli anni, determinazione della tipologia di reddito o capitale non dichiarato) e non di facile predisposizione, in considerazione anche della circolare del MEF del 9 gennaio, che ribadisce l’obbligo di segnalazione antiriciclaggio per i professionisti italiani.
Il punto di partenza per l’adesione alla Voluntary Disclosure è la raccolta e l’analisi della documentazione svizzera sopra citata. Il nostro Studio è a disposizione per supportarvi in questa delicata fase e per accompagnarvi alla chiusura del procedimento.
I nostri professionisti sono a disposizione per fornirvi ulteriori informazioni.