27.12.2024

Lugano sfida l’Italia sulle criptovalute

Attualmente, in Italia, le plusvalenze ottenute con la vendita di criptovalute scontano una tassazione del 26%. Tuttavia, è verosimile che dal 2025 passerà al 42%. Una modifica che, stando ai dati di Tax Foundation Europa, farebbe dell’Italia il Paese con la più alta tassazione sulle criptovalute in Europa.

Rispetto ai suoi vicini europei, al contrario, in Svizzera, la tassazione delle criptovalute è molto semplice, poiché segue la logica dei titoli tradizionali: per la maggior parte delle investitrici e degli investitori, infatti, i profitti derivanti dal commercio privato di criptovalute (acquisto e vendita) non hanno alcun impatto sull’imposta sul reddito. Ciò significa che l’utile derivante dalla rivendita è esentasse.

Tuttavia le criptovalute, al pari di tutti i titoli, sono considerate un patrimonio imponibile, soggetto ad imposta sulla sostanza (Impôt sur la fortune). Per le più comuni, l’Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC) calcola un valore di mercato ufficiale alla fine dell’anno sulla base della media dei prezzi di varie piattaforme di trading. Per le altre valute, invece, il valore può essere ricavato da piattaforme informative (es. CoinMarketCap).

Vi sono tuttavia casi in cui i ricavi da criptovalute vanno dichiarati come reddito:

-        Airdrop

-        Ricompense da staking

-        Commercio di criptovalute a scopo professionale

-        Mining di criptovalute

I nostri Professionisti sono a disposizione per fornire qualsiasi chiarimento.



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