06.05.2022

LO SCAMBIO AUTOMATICO DI INFORMAZIONI COLPISCE ANCHE I CRYPTO-ASSETS

Lo scorso marzo è stato pubblicato dall’Ocse un documento denominato “Crypto-Asset Reporting Framework and Amendments to the Common Reporting Standard”, sottoposto a consultazione pubblica, inerente all’introduzione di obblighi di segnalazione e scambio di informazioni in relazione alle crypto-assets e contenente proposte di modifica al Common Reporting Standard (Crs).

A differenza dei prodotti finanziari tradizionali, le crypto-assets, a possono essere trasferite e detenute in wallet senza l'intervento degli intermediari autorizzati creando così delle “zone d’ombra” per le politiche di trasparenza fiscale internazionale attualmente esistenti, come ad esempio il Common Reporting Standard.

Per riuscire a “mappare “le transazioni al di fuori del tradizionale circuito bancario e colmare l’attuale “gap” il G20 ha richiesto all’Ocse di sviluppare un sistema che preveda la raccolta e la trasmissione, tra le Amministrazioni fiscali, dei dati rilevanti fiscalmente relativi alle persone che effettuano determinate transazioni avvalendosi di crypto-assets,

Pertanto l’Ocse:

(i) ha predisposto il “Crypto-Asset Reporting Framework” (Carf) dove determina la nozione di crypto-assets, i soggetti coinvolti nello scambio, i dati che sarebbero oggetto di comunicazione e soprattutto le procedure di due diligence (con identificazione dei clienti e dati aggregati degli scambi operati);

(ii) ha rafforzato le previsioni Crs per estendere il campo di applicazione e coprire anche gli investimenti indiretti in crypto-assets tramite entità di investimento e derivati nonché garantire l’efficiente interazione tra il Crs e il Carf, (e limitare i casi di segnalazioni duplicate).

 

Il nostro staff resta a disposizione per fornirvi maggiori informazioni in merito.



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