28.10.2016

Riapertura della Voluntary Disclosure: un'occasione che i contribuenti italiani non dovrebbero assolutamente perdere.

Il decreto legge n. 193/2016 riapre la possibilità di aderire alla voluntary disclosure per tutti i contribuenti con disponibilità illecitamente detenute all’estero in violazione della normativa sul monitoraggio fiscale commesse fino al 30 settembre 2016. Il provvedimento conferma in parte la disciplina dettata per la prima versione della voluntary, con delle significative novità. Si riassumono gli aspetti principali che caratterizzano la procedura:

  • autoliquidazione delle somme dovute effettuata direttamente dal contribuente (con aggravio di sanzioni in caso di mancato o insufficiente versamento delle somme);

  • possibilità di regolarizzazione del contante (tramite certificazione notarile e versamento in conti depositi dedicati presso intermediari finanziari);

  • adesione possibile fin da subito e da perfezionarsi entro la data del 31.07.2016 (con versamento del dovuto, invio della documentazione e apertura dell’eventuale conto deposito per la regolarizzazione del contante entro il 30.09.2016);

  • raddoppio degli anni da regolarizzare solo nel caso di asset detenuti in Paesi senza accordi in materia di scambio di informazioni con l’Italia;

  • doppia dichiarazione sull’origine dei fondi rilasciata dal contribuente (la falsa dichiarazione è punita con la detenzione dai 18 mesi ai 6 anni).

Alla luce del prossimo scambio automatico di informazioni (che vede coinvolti la quasi totalità degli Stati come Dubai, Bahamas, Panama, etc) e delle imminenti richieste collettive di dati da parte dell’Agenzia delle Entrate allo Stato svizzero e lussemburghese (primatisti a livello di gettito erariale nella prima versione di voluntary disclosure), nonché della segnalazione espressa dei Comuni su tutti i trasferimenti di residenza effettuati a partire dal 2010, la nuova procedura di voluntary disclosure sembra costituire l’ultima chance per il contribuente con averi non dichiarati all’estero. Tale procedura, infatti, garantisce la copertura penale piena per la maggioranza dei reati fiscali, sanando anche il reato di autoriciclaggio per tutti quei contribuenti italiani che per sfuggire alla precedente voluntary hanno spostato i propri investimenti in altri Paesi con l’intento di farne perdere le tracce e integrando gli estremi del reato.
Si evidenzia infine che l’accesso alla procedura rimane precluso a quei contribuenti che hanno avuto formale conoscenza di accessi, ispezioni, verifiche o dell’inizio di qualunque attività di accertamento o di procedimenti penali, relativi agli asset da sanare, ai quali rimane solo la possibilità di utilizzare la procedura di ravvedimento operoso.
 
Lo Studio Elvetico Associato Stelva offre piena assistenza ai clienti italiani interessati a regolarizzare la propria posizione all’estero (tramite voluntary disclosure o ravvedimento), offrendo una ricostruzione delle operazioni svolte e del relativo impatto fiscale.
Studio Elvetico Associato

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