Recentemente il MEF è intervenuto sull’interrogazione parlamentare a risposta scritta presentata in Commissione finanze ad oggetto lo stato della regolamentazione nazionale sulle criptovalute, ad oggi ancora assente, ribadendo la necessità di definire una legislazione tributaria chiara, omogenea ma che soprattutto parta dal presupposto che si tratta – vedasi i recenti rally di Bitcoin – non di moneta digitale bensì di «criptoattività di natura altamente speculativa e senza alcun sottostante a sostegno del suo valore» come segnalato recentemente da Banca d’Italia e Consob.
Preoccupano infatti le potenziali chance perse per gli imprenditori delle nuove attività (mining, staking, yeld-farming e NFT) che si trovano ad operare in un quadro giuridico non chiaro.
Si segnala, nel vuoto normativo nazionale, che nel settembre 2020 è stata presentata in sede Ue la proposta di Regolamento Mica, Market in crypto assets per «l’elaborazione di un quadro giuridico solido e omogeneo in ambito Ue» volto, tra gli altri scopi, a «tutelare i cittadini e la stabilità del sistema finanziario». Tale proposta di Regolamento è attualmente «oggetto di negoziato in sede di Consiglio Ue» e, una volta approvata, sarebbe automaticamente self-executive all’interno dei singoli ordinamenti nazionali.
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