Mentre il Portogallo, da sempre considerato “paradiso fiscale” in virtù del regime Tax free predisposto a favore degli over 65enni stranieri, intende introdurre un’aliquota fino al 10 % del reddito annuo sulle entrate da questi ultimi percepite, numerosi altri Paesi europei sono pronti ad accogliere i c.d. “immigrati economici”, divenendo sempre più fiscalmente attrattivi.
A tal proposito, occorre sin da ora precisare che la misura proposta a svantaggio degli stranieri residenti in Portogallo non avrà, qualora accolta, efficacia retroattiva. Pertanto, chiunque all’entrata in vigore della legge risulti essere già in possesso dello status di “residente non abituale”, ovvero abbia presentato relativa domanda di iscrizione o, essendo già ivi residente, richieda l’iscrizione entro il 31 marzo 2021, continuerà a beneficiare della totale esenzione fiscale.
In considerazione di ciò, e in concomitanza all’aumento del costo della vita in Portogallo, l’ente di previdenza italiano ha rilevato nuove altre mete ambite dagli over 65enni. In particolare, si segnala Cipro con una no-tax area fino a 19.500 € annui e un’aliquota del 5% per chi si trasferisce, nonché Tunisia, Bulgaria e Albania, con una totale esenzione fiscale, o ancora, le Canarie con un’aliquota del 12,5% ed esenzione fino a 12.000 euro annui.
In ogni caso, a prescindere dalla meta scelta, è importante prestare attenzione ad alcuni effetti derivanti dal trasferimento. Basti pensare alla perdita dei diritti di godimento della sanità pubblica italiana, a seguito dell’iscrizione all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero, e alla conseguente acquisizione dei diritti relativi alla sanità del nuovo Paese di trasferimento (senza dimenticare, però, la copertura garantita, in quanto cittadini europei, in caso di urgenze ed emergenze nel momento in cui si fa ritorno in Italia). Ulteriore effetto riguarda la continuità dell’assoggettamento ad imposizione italiana di beni mobili o immobili ivi detenuti e la perdita dei benefici connessi alla “prima casa”.
Da ultimo è importante segnalare che per poter godere dei benefici fiscali del nuovo Paese è essenziale la permanenza nello stesso per una durata di almeno 183 giorni all’anno (sei mesi), i quali non devono essere necessariamente continuativi e, ad eccezione di alcuni Paesi (Tunisia, Senegal e Australia), ai pensionati ex Indap e/o ex dipendenti pubblici non è riconosciuta la possibilità di godere della defiscalizzazione all’estero.
Sulla base delle considerazioni sopra riportate, suggeriamo di affidarsi ai professionisti del Gruppo Stelva, in grado di garantire un’attenta valutazione con riguardo ad ogni aspetto fiscale rilevante in caso di trasferimento.