Sul nuovo numero di giugno 2019 della rivista “Novità fiscali” pubblicata dalla SUPSI, scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, potete trovare l’articolo completo redatto dalla Dott.ssa Arianna Bonaldo e dall’Avv. Gianvirgilio Cugini dal titolo “Operatori svizzeri: rischio di attrazione fiscale in Italia” con un focus sull’analisi dell’Ordinanza della Corte di Cassazione n. 31447 del 5 dicembre 2018.
Nella casistica specifica i giudici della Corte di Cassazione, confermando la sentenza di secondo grado, hanno espressamente disposto che il mantenimento della partita IVA italiana da parte del professionista svizzero costituisce una presunzione semplice, grave e precisa dalla quale è possibile dedurre uno svolgimento continuativo della professione in territorio italiano; specialmente nelle ipotesi in cui si riscontri che il titolare di partita IVA detenga altresì un immobile adibito a studio nel Paese in questione.
Il caso esaminato assume una certa importanza e presenta implicazioni di non poco conto per tutti i soggetti residenti all’estero, data la frequenza ed estensione delle contestazioni amministrative italiane inerenti alla produzione di redditi in diversi ambiti territoriali, comportando l’esigenza di trovare un corretto modus operandi nelle operazioni transfrontaliere a rischio di ripresa fiscale.
Per leggere l’articolo completo vi invitiamo a visitare il seguente link oppure il file pdf in allegato alla pagina 21.
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