Lo scorso 12 marzo l’UE ha pubblicato la nuova Black List relativa all’anno 2019, includendovi dieci nuovi Stati (Aruba, Barbados, Belize, Bermuda, Dominica, Isole Figi, Isole Marshall, Oman, Emirati Arabi Uniti, Vanuatu), oltre i cinque già presenti (Guam, Samoa, Samoa Americane, isole Vergini americane, Trinidad e Tobago).
In tale Black List vi rientrano i Paesi caratterizzati da una tassazione agevolata che non hanno provveduto a conformarsi, nei termini pattuiti, agli adempimenti fiscali imposti a livello internazionale e comunitario (come l’istituzione di un sistema di reciproco scambio dati).
In particolare, quattro sono stati gli elementi presi in considerazione ai fini del loro inserimento all’interno della Black List, ovvero, trasparenza fiscale, governance, attività economica e sussistenza di un’aliquota di imposta privilegiata sulle società .
Per gli Stati sopra richiamati, deriva quindi un maggior assoggettamento a controllo da parte delle Autorità estere e l’obbligo di procedere alla previa predisposizione di due diligence rafforzata nelle transazioni finanziarie intrattenute con Stati membri dell’UE.
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