Da un’indagine condotta dalla Corte dei Conti italiana è emerso che dallo scambio di informazioni fiscali, realizzato tra l’Italia e gli altri Paesi, è stato possibile incassare, per il recupero di imposte, un importo superiore ad un milione di euro.
Ciò è quanto risulta da un primo test, in base al quale sono state recapitate oltre 7 mila lettere di compliance da parte dell’Agenzia delle entrate, a contribuenti italiani nei cui confronti sono state riscontrate anomalie dichiarative (quali omessa indicazione delle attività finanziarie e degli investimenti detenuti all’estero nel quadro RW), rispetto alle risultanze estere comunicate dalle banche, relativamente all’anno 2016. Tale test si è concluso con 1.130 dichiarazioni integrative e 1.277 versamenti con modello F24. Risultato, questo, considerato estremamente positivo dallo Stato italiano, che attribuisce allo scambio di informazioni la qualifica di rimedio valido atto a verificare la veridicità delle dichiarazioni fornite dal contribuente e, conseguentemente, il corretto assoggettamento a tassazione del reddito di fonte estera.
Ci si aspetta un analogo o maggior risultato anche in merito agli esercizi 2017 e 2018, visto l’aumento delle giurisdizioni aderenti allo scambio.
Si ravvisa, però, la necessità di introdurre standard comuni volti ad individuare le fasi procedimentali su cui concentrare le verifiche e l’assunzione delle informazioni, bilanciando così la speditezza dello scambio con la protezione dei dati personali.
Il nostro staff rimane a disposizione per ogni eventuale chiarimento.
Ciò è quanto risulta da un primo test, in base al quale sono state recapitate oltre 7 mila lettere di compliance da parte dell’Agenzia delle entrate, a contribuenti italiani nei cui confronti sono state riscontrate anomalie dichiarative (quali omessa indicazione delle attività finanziarie e degli investimenti detenuti all’estero nel quadro RW), rispetto alle risultanze estere comunicate dalle banche, relativamente all’anno 2016. Tale test si è concluso con 1.130 dichiarazioni integrative e 1.277 versamenti con modello F24. Risultato, questo, considerato estremamente positivo dallo Stato italiano, che attribuisce allo scambio di informazioni la qualifica di rimedio valido atto a verificare la veridicità delle dichiarazioni fornite dal contribuente e, conseguentemente, il corretto assoggettamento a tassazione del reddito di fonte estera.
Ci si aspetta un analogo o maggior risultato anche in merito agli esercizi 2017 e 2018, visto l’aumento delle giurisdizioni aderenti allo scambio.
Si ravvisa, però, la necessità di introdurre standard comuni volti ad individuare le fasi procedimentali su cui concentrare le verifiche e l’assunzione delle informazioni, bilanciando così la speditezza dello scambio con la protezione dei dati personali.
Il nostro staff rimane a disposizione per ogni eventuale chiarimento.