Molte aziende si trovano di fronte alla necessità di documentare che le transazioni all’interno del proprio gruppo avvengono a “valore normale”. In questo senso il metodo c.d. “Cup”, che si basa sul confronto di prezzo, rimane il metodo da preferire. A tale conclusione sono giunti anche i giudici tributari italiani con una recente sentenza della Ctr Lombardia (sent.1670/50/2015) nella quale il Cup viene indicato come il metodo più efficace per il rispetto dei principi di determinazione del prezzo di libera concorrenza.
Ulteriore importante annotazione fatta dai giudici della Commissione, riguarda i parametri secondo cui eseguire la comparazione ed in particolare il parametro del prezzo medio. Sul punto viene precisato, qualora la società non abbia individuato e documentato un prezzo medio, alla luce delle linee guida OSCE sarà sufficiente che la stessa abbia dato contezza dei prezzi minimi e massimi praticati sul mercato. Infatti ciò che conta è individuare valori e parametri che consentano di ricostruire la situazione di libera concorrenza del settore (e certamente i livelli minimi e massimi di prezzo consentono di addivenire ad un tale risultato).
La scelta del metodo inoltre assume particolare importanza alla luce del fatto che le autorità fiscali non potranno contestare la determinazione dei prezzi effettuata come sopra indicato applicando un diverso metodo, ma dovranno invece operare una diversa determinazione seguendo il medesimo metodo. Pertanto l’applicazione di una metodologia efficiente come quella del Cup, ove condotta in modo rigoroso, consente alla società di porsi al riparo da eventuali contestazioni.
Infine, dalla decisione di cui sopra emerge un dato importante: nella comparazione dei prezzi può ammettersi la scelta di includere tra i termini di comparazione anche quelli relativi ad aziende in crisi strutturale.
La crisi pertanto entra anche nell’ambito dei parametri del transfer pricing.
Stelva SA ha maturato un’esperienza significativa in materia e i suoi consulenti sono a disposizione per chiarire dubbi o curiosità in merito.