Sono 49 gli Stati che da settembre 2017 hanno avviato i primi scambi automatici bilaterali di informazioni finanziarie fornendo un “patrimonio” di informazioni e dati finanziari all’amministrazione finanziaria italiana. Tra questi Stati ritroviamo anche ex paradisi fiscali come Liechtenstein, Cayman ed Isole Vergini britanniche.
L’implementazione del regime di trasparenza e cooperazione fiscale tra amministrazioni finanziarie è solo all’inizio. Infatti, il numero di Paesi che si sono impegnati ad utilizzare lo standard OCSE (ed in particolare il CRS) è destinato ad aumentare considerando che altri 53 Stati inizieranno a scambiare in maniera automatica i dati finanziari già dal mese di settembre 2018.
I nominativi dei contribuenti italiani con conti correnti all’estero e l’ammontare dei relativi saldi non saranno più un segreto per il Fisco italiano che potrà attuare le verifiche del caso qualora ne riscontri gli estremi. Unico fattore aleatorio il tempo di implementazione ed analisi di tali dati da parte dell’Amministrazione fiscale italiana.
Scaduto il termine per la procedura di Voluntary Disclosure bis, al contribuente italiano con asset esteri da regolarizzare non rimane che l’ultima chance di poter sanare il passato accedendo all’istituto del ravvedimento operoso. Tale opzione per essere efficace andrà comunque esercitata in tempi brevi considerando il regime globale di trasparenza fiscale in continua evoluzione.
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