Il 19 marzo 2015 la Svizzera e l’UE hanno siglato a Bruxelles un accordo che prevede l’introduzione dello standard globale per lo scambio automatico di informazioni in materia fiscale. A questo punto si può ragionevolmente auspicare che le limitazioni commerciali relative alle imprese con sede in Svizzera verranno abolite.
E’ ormai opinione comune che fare business in Italia sia un’impresa titanica per l’imprenditore che deve interfacciarsi con una moltitudine di enti e far fronte a una burocrazia pressante. A tal proposito, riportiamo uno stralcio dell’intervista pubblicata su Milano Finanza del 21 marzo 2015 in cui Nino Tronchetti Provera si rammarica che in Italia le Sgr “sottostiano a tutta una serie di norme e regolamenti, di cui invece i concorrenti europei non si devono preoccupare…non ci si deve stupire – ribadisce nell’intervista - quando emerge che negli ultimi mesi ben sette operatori di private equity con focus esclusivo o principale sull’Italia hanno scelto di basare la loro società di gestione in altri paesi europei.”.
In seguito all’accordo, quindi, per gli imprenditori con progetti imprenditoriali internazionali, interessati a localizzare in altri paesi la propria attività, la Svizzera sarà una meta ancor più interessante, considerata la facilità nell’approccio con la burocrazia amministrativa, la moderata tassazione e i rassicuranti dati economici e socio-politici.
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